Tango Essentia... per far, ballando, innamorar la gente...: L'IMPROVVISAZIONE NEL TANGO ARGENTINO: LA COPPIA, LO SPAZIO E IL TEMPO.

venerdì 1 giugno 2012

L'IMPROVVISAZIONE NEL TANGO ARGENTINO: LA COPPIA, LO SPAZIO E IL TEMPO.

Chi conosce dall’interno la danza del tango, sa bene che questo ballo è essenzialmente un’improvvisazione costante. Qualcosa di imprevedibile ma senza colpi di scena. Un mistero da svelare in infiniti modi distinti. Ovviamente mi riferisco al Tango inteso come “ballo sociale” che ognuno può ballare nella milonga; e non al ballo inteso come spettacolo-scena-show-esibizione, dove tutto è coreografia, sequenze di sforzi fisici e accordi fatti e sviluppati in precedenza durante mesi o anni di pratica intensa con lo stesso partner di ballo.

Una delle cose più interessanti del tango (sociale) è che non balleremo mai un tango uguale ad un altro e questo, invece di farci preoccupare, deve rallegrarci ed entusiasmarci.
Ogni tango deve essere una scoperta, una nuova festa. Anche se ballassimo dieci volte lo stesso tango con la stessa persona. Tutto il piacere della nostra danza, sia in chi guida sia in chi segue, deriva dal non dover memorizzare sequenze di figure, pose o coreografie ma consiste nel trasmettere, comunicare e condividere un sentimento, liberi di dar vita a  movimenti ed espressioni in modo naturale a seconda di come ci permettono e ci ispirano lo spazio, la pista, i sentimenti, l’esperienza, il nostro partner, la musica, i musicisti e l’atmosfera della milonga. 
L’IMPROVVISAZIONE non è riservata solo agli esperti
Non bisogna avere paura di improvvisare; molte volte la facilità dell’improvvisazione non deriva dall’esperienza ma dalla libertà mentale e dal coraggio, dalla mancanza di una coreografia, persino nella consapevolezza che stiamo giocando e creando qualcosa seguendo certe regole; e che siamo lì per divertirci e per godere di quel momento. Il tango a differenza della maggior parte dei balli, non ha uno spazio fisso; al contrario si sposta costantemente approfittando di tutto lo spazio libero che le altre coppie, con le quali condividiamo la pista, possono lasciare. Ho avuto a che fare con vari principianti che, una volta acquisita piacevolmente una certa libertà nel camminare, nel fermarsi e nel fare i passi, ballano anche 22 volte ma sempre incredibilmente bene. Ovviamente, conoscendo la tecnica e i passi, gli strumenti per l’improvvisazione sono tantissimi, ma dobbiamo anche avere cura di questi, dal momento che se li usiamo tutto il tempo, distruggiamo l’improvvisazione trasformando l’idea di improvvisare in un insieme di passi e basta.
Se facciamo caso a ciò che ci viene in mente se non pensiamo, ci renderemo conto che non tutti i passi vengono scelti premeditatamente  e che, in realtà, molti di questi nascono dalla necessità di fermarsi, di avanzare o di prendere tempo in pista. Questi sono senza ombra di dubbio i passi che dobbiamo usare come gli strumenti più importanti per l’improvvisazione.




Chi deve improvvisare?
L’improvvisazione è frutto di chi porta, di chi guida il ballo (*). E così,  prima di improvvisare, si deve tener presente una serie di punti da seguire rigorosamente in ordine: 
1. Lo spazio: per quanto stiamo morendo dalla voglia di ballare, non possiamo improvvisare passi complessi e ampi senza lo spazio. Quindi se non siamo nel luogo appropriato, l’improvvisazione si deve riservare solo ed esclusivamente a passi statici.
2. Il livello della coppia: molte volte la musica ci chiede di improvvisare con passi complessi e rischiosi, e questo include sempre il limite del livello della coppia. In parole povere, l’improvvisazione non deve mai mettere in difficoltà il mio partner, al contrario, deve metterlo a proprio agio.
3. La musica: sebbene sia la musa ispiratrice e ci invogli costantemente a ogni tipo di movimento, dobbiamo cedere all’improvvisazione solo se i punti 1 e 2 ce lo permettono.
4. Il nostro gusto: è ciò che alla fine ci permetterà di scegliere i migliori fattori di ispirazione, ma anche se tutti possiamo aver voglia di improvvisare ( la scelta dei passi e i movimenti), possiamo farlo solo quando i punti 1, 2 e 3 ce lo permetteranno.


L’ispirazione di chi conduce la danza
Sebbene il vostro partner e l’atmosfera possano influenzare tantissimo la creatività di chi guida, le vere muse dell’improvvisazione sono e devono essere la musica e i musicisti. La cosa certa è che l’improvvisazione è libera ma è immancabilmente incorniciata, legata e condizionata dalla musica. Dobbiamo pensare che quando balliamo siamo come i pesci quando nuotano e che la musica è l’acqua che ci sostiene ( il mezzo che ci permette di scorrere).  Sta a noi interpretare la musica, ma attenzione, non sempre la musica è “ambivalente” (*2).
In altre parole: “Fratello, se Pugliese ti dice “silenzio”, puoi mai contraddirlo? O se D’arienzo ti suggerisce di andare come un treno, puoi mai chiedergli di andare a rallentatore? (*3). Lo dico perché la musica, come il mare, ha una certa corrente, che si può sfruttare con diversi stili, ma nuotare contro corrente o cercare di uscire dall’acqua è più un atteggiamento da dentice che da cernia e la donna sicuramente penserà “ma guarda un po’ questo!”


Un’analogia tra i ballerini e i musicisti, i compositori e gli interpreti.
Chi guida la danza (*) deve essere il compositore di un ballo sempre improvvisato ma pur sempre accurato nell’esecuzione. Chi segue la danza (*4), invece, deve solo essere un interprete di questa composizione improvvisata, purché colori questa sinfonia di infinite sfumature di un certo calibro, di toni e di strutture, cercando espressività, sentimento, fluidità, sonorità e bellezza in base a ciò che propone il compositore. Tuttavia ciò che risulta fondamentale e incredibile è che entrambi (compositore e interprete), l’uomo e la donna non solo devono suonare insieme ma devono fondersi fino a diventare lo stesso strumento musicale che ballerà un tango, un vals o una milonga. (Ora che ci penso, a volte è per questo che molti ritengono che il tango sia una danza sessuale più che sensuale).

L’improvvisazione non si basa solo sulla scelta di diversi passi e sulla combinazione di questi ma c’è un’infinità di altri elementi importantissimi quando si tratta di improvvisare.

Strumenti per l’improvvisazione: 
1) Evitare la monotonia o la ripetizione e cambiare l’ordine dei passi che facciamo sempre è il modo migliore per improvvisare. Cercare di non ripetere delle sequenze di passi e basta e basare il ballo sulla necessità di camminare seguendo la ronda.
2) Non pensare troppo e lanciarsi a camminare, sempre che ci sia lo spazio. Conviene pensare o fermarsi quando non abbiamo lo spazio per muoverci.
3) Le due punte: per allenarci nell’improvvisazione fa molto bene praticare per iniziare e finire ogni tango in modo diverso. Questo ci aiuterà anche a non stancarci. Non dobbiamo neanche  utilizzare solo le sequenze che ci risultano più comode e piacevoli, al contrario, dobbiamo cambiare continuamente l’ordine dei passi di alcune sequenze.
4) La scelta della pisada: l’intensità dei nostri passi non deve sempre essere forte, la camminata non può essere intensa fino alla fine di un movimento iperlento e allungato; o cerchiamo un ritmo forte in altri strumenti al di fuori di quelli che marcano il tempo in modo più netto (pianoforte e bandoneón), o intensifichiamo o ammorbidiamo i nostri passi, o cerchiamo di dare alla nostra camminata un tocco più ritmico o più melodico.
5) Ricorrere al silenzio: quando è possibile, questo rende praticamente impossibile la monotonia. È molto grave non fermarsi mai; il non rispettare un silenzio, il continuo movimento, per quanto sia bravo il ballerino, eliminano la sensazione di improvvisazione.
6) L’abbraccio e la marca: l’abbraccio può contrarsi e rilassarsi in modo espressivo (dopo aver marcato) in base alla situazione e alla musica (attenzione, non sto dicendo allontanarsi o variare). In base al ritmo più incalzante o più melodico della musica che stiamo ascoltando, la marca può essere più incisiva o più dolce.
È una questione di atteggiamento:  i migliori improvvisatori sono sempre coloro che non si preoccupano dell’effetto visivo, dei passi e delle sequenze. Chi ha un animo rilassato per divertirsi e godersi il tango, con i pochi elementi a disposizione, chi pensa di meno, chi ha meno paura di sbagliare, chi utilizza più pause e silenzi, chi cerca di fare di più con poco, sarà sempre un maestro dell’improvvisazione.  L’improvvisazione non è premeditare di fare qualcosa di diverso, strano, nuovo o scombinato. Consiste nel lasciarsi andare liberamente al sentire, senza pensare, dando solo importanza alle caratteristiche di ogni stile con le quali possiamo creare un ballo irripetibile. Tutti abbiamo visto sicuramente il meraviglioso film “La società dei poeti estinti”, con la magistrale scena in cui si parla dell’importanza della creatività e di seguire le proprie convinzioni. Concludo citando un frammento davvero straordinario di Robert Frost, per coloro che vogliono aprire la mente all’improvvisazione: “due strade divergevano in un bosco, e io presi la meno percorsa e quello ha fatto tutta la differenza.”
Manuel Gonzalez.

Articolo pubblicato in PUNTO TANGO Nº 59 - Settembre 2011 - Tradotto da Tango Essentia.
(*) Generalmente l’uomo. (*2) Che si può interpretare in due modi diversi. (*3) A rallentatore, fratello! (*4) Generalmente la donna.
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